Il primo vero è proprio trattato sui
colori è stato il Moyen de nommer et de définir les couleurs, di Michel Eugene
Chevreul (1786-1889) il quale classificò le tonalità grazie alle linee di Fraunhofer.
In esso il rosso mattone chiaro ha una lunghezza d’onda tra i 597 e i 620
nm.
Le linee di Fraunhofer sono una rappresentazione in bande, definite linee spettrali, dell' insieme dei colori. La postulazione di queste linee fu ottenuta osservando l'assorbimento della luce solare: Fraunhofer osservò la presenza di linee scure che inframezzavano la banda di irradizione della luce solare e catalogò un totale di 570 linee che furono associate ad altrettanti elementi chimici da Kirchhoff e Bunsen. Con l'avvento della fisica quantistica nel '900 si scoprì che queste linee solo il risultato dell'assobrimento di un gas, ovvero i fotoni, dotati di una propria frequenza, o vengono assorbiti dalla molecole, componenti il materiale, o vengono respinti. Di conseguenza quando osserviamo un oggetto di quel colore significa che tale corpo ha respinto le frequenze d'onda di quella tonalità che di solito varia tra i 380 e i 750nm.
Le linee di Fraunhofer sono una rappresentazione in bande, definite linee spettrali, dell' insieme dei colori. La postulazione di queste linee fu ottenuta osservando l'assorbimento della luce solare: Fraunhofer osservò la presenza di linee scure che inframezzavano la banda di irradizione della luce solare e catalogò un totale di 570 linee che furono associate ad altrettanti elementi chimici da Kirchhoff e Bunsen. Con l'avvento della fisica quantistica nel '900 si scoprì che queste linee solo il risultato dell'assobrimento di un gas, ovvero i fotoni, dotati di una propria frequenza, o vengono assorbiti dalla molecole, componenti il materiale, o vengono respinti. Di conseguenza quando osserviamo un oggetto di quel colore significa che tale corpo ha respinto le frequenze d'onda di quella tonalità che di solito varia tra i 380 e i 750nm.
Con l'avvento di numerose tecnologie assume diversi codici a
seconda del campo
di utilizzo.
Questo particolare colore però ha accompagnato l'intera
storia dell'uomo:
i primi ad utilizzare l'argilla furono i sumeri. Essi
solevano utilizzare tavolette di questo materiale sulle quali incidevano i
caratteri cuneiformi e poi in seguito venivano cotte diventando ceramica
Durante il corso dei secoli ritroviamo questo colore in
molte oggetti comuni come bottoni, amuleti, tessere, vasi e ciotole, ma la
ritroviamo soprattutto nelle opere architettoniche edilizie in mattoni e tegole
oppure nei rivestimenti di cisterne e acquedotti. Inoltre furono usati filtri
di terracotta per le sue proprietà nelle creazione di elisir o il semplice
depuramento dell'acqua.
Questa cromatura ha anche toccato campi come la scultura e
l'arte, sia per gli strumenti sia in opere, dalle statuine degli dei pagani a
busti.
Inoltre è ravvisabile la sua presenza negli strumenti dei
vetrai, sia antichi sia moderni.
Nei tempi odierni si può osservare nelle tecniche edilizie,
nella medicina
alternativa,ma soprattutto nella cosmesi, dove vi sono varie sfumature di
questo colore per prodotti come il fard ma anche nella spa per l'utilizzo di
argille con sostanze nutritive nei fanghi.
Infine questo colore è perfino osservabile nella vivaistica,
sia per la produzione di vasi che nelle riproduzioni di terreni che usano
sovente l'argilla.
Riferimenti Bibliografici:
Joseph Fraunhofer (1814 - 1815) "Bestimmung des
Brechungs- und des Farben-Zerstreuungs - Vermögens verschiedener Glasarten, in
Bezug auf die Vervollkommnung achromatischer Fernröhre", Denkschriften
der Königlichen Akademie der Wissenschaften zu München (Memoirs of the
Royal Academy of Sciences in Munich)
Michel-Eugène Chevreul (1861), "Moyen de nommer et
de définir les couleurs", Mémoires de l'Académie des sciences de
l'Institut de France
Nessun commento:
Posta un commento